Dicembre 2019. Una persona a cui sono molto legato ha completato il suo percorso di studi così ho preso una storica decisione: unire il regalo di laurea a quello di Natale e partire per 3 giorni.

Gennaio 2020. Destinazione: Torino.

Ammetto in questo caso di avere fatto un regalo anche a me. Torino è la mia seconda città del cuore. Un luogo che amo alla follia, la città che conosco meglio dopo Roma e dove mi sento a casa. Giro fra le strade del centro e mi sento accolto, amato e coccolato dall’aria frizzante di dicembre.

Prima ancora di decidere che vestiti portare, ho pensato alla mia attrezzatura fotografica: che macchina/macchine portare? E soprattutto, a seguito di avere deciso di portare solamente macchina a pellicola, un’altra domanda: che pellicole?

Il primo giorno ha inizio alle 3 quando la sveglia mi ha urlato CORRI! Ma ero già sveglio, forse avrò dormito un’ora scarsa ma l’emozione di prendere il treno e respirare l’aria frizzante uscendo dalla stazione di Porta Nuova mi ha fatto guardare la sveglia ogni 20 minuti.

Chiamo il taxi alle 4:30 e nell’attesa mi fermano anche i Carabinieri. Controllo documenti a un tizio qualunque con zaino e valigia fermo in mezzo alla strada. Basito per l’assurdità della cosa, grazie a voi per i controlli che fate anche di notte!

Pit stop per aspettare F., arriviamo alla stazione alle 5:10. D’obbligo è la colazione! Passeggiata e via verso il binario del treno.

Ammetto di avere dormito, almeno un paio d’ore era quasi doveroso per prepararmi alla gioia della mia seconda città.

10:20 in stazione e deposito bagagli in albergo. Passeggiata esplorativa lungo le vie principali del centro di Torino e pranzo. Quando parto per andare a Torino il primo pranzo, agnolotti al sugo di brasato, è sempre tradizione nello stesso luogo: il Pastificio De Filippis a via Lagrange.

Si torna in hotel per sistemare i bagagli e soprattutto per un veloce cambio di scarpe e di attrezzatura fotografica. Visto che incontriamo amici a piazza Vittorio, ne approfitto per portare la mia Fuji digitale avendo come meta la chiesa di Santa Maria al Monte sul Monte dei Cappuccini. Seguo da qualche anno un mio progetto personale sulle cupole di Roma e Torino e questa proprio mi mancava. Colgo l’occasione anche per una foto del panorama della città.

Nel frattempo con il buio è arrivato l’appetito e l’ora di cena così passeggiando ci siamo imbattuti in un locale: La Farcia. Un interessante locale dall’estetica industriale con tavoli e sedie in formica, con personale accogliente e disponibile. Abbiamo scelto due panini da dividere: Robiola di Roccaverano, zucchine alla griglia, origano e confettura di cipolle rosse; il secondo con battuta di fassona al coltello, peperone al forno e tomino di melle al pepe.

Il primo giorno è andato, bello intenso carico di emozioni, pellicole ancora da esporre e tante tante risate. La sveglia suonerà presto quindi converrà andare a dormire presto e godere questo bel calduccio sotto le coperte. Domani in programma un altro appuntamento immancabile di cui renderò partecipe F.: il Bicerin.